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Il difficile bilanciamento tra semplificazione dell’azione amministrativa e diritti del contribuente nella notificazione degli atti esattivi tramite posta elettronica certificata

Bollettino Tributario n. 6, 2017, pagg. 433-437

Il tema delle notifiche degli atti esattivi a mezzo posta elettronica certificata è sempre più centrale in virtù dell’ampio utilizzo che ne è fatto da parte dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agente della riscossione. Il contributo approfondisce taluni aspetti della suddetta modalità di notificazione, e in particolare si sofferma sull’indirizzo PEC di provenienza del messaggio e sull’obbligo di sottoscrizione digitale dell’atto da notificare, anche alla luce della giurisprudenza di merito espressasi sul punto. In merito a tali aspetti, si ritiene anzitutto sia imprescindibile che il messaggio contenente l’atto impositivo debba provenire da un indirizzo di PEC che possa essere riscontrato in un pubblico registro, al fine di rassicurare il contribuente circa il reale mittente dello stesso. In secondo luogo, pare doveroso che il documento informatico recante la maggior pretesa impositiva debba essere sottoscritto mediante firma digitale o firma elettronica qualificata, al fine di dotare il documento dei caratteri di immodificabilità e riconducibilità all’autore.

 

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